PSR 2014-2020 – Seminario “Oltre la biomassa: integrazione delle fonti ed agriturismo” – Asti

Immagine1I lavori iniziati al mattino sul tema delle energie rinnovabili e di cui puoi trovare a questo link un riassunto, sono proseguiti nel pomeriggio del 28 maggio 2018 con il Seminario dal titolo “Oltre la biomassa: integrazione delle fonti ed agriturismo

La Terra riceve mediamente un flusso di energia dal sole della potenza stimata in 175PW (175 Petawatt, ossia 175 milioni di miliardi di Watt). L’energia del sole pesa per un totale del 99,9% del bilancio energetico del Pianeta. Questa serve, oltre ad illuminare di giorno ed a riscaldare il terreno e l’atmosfera, a sostenere il ciclo vitale dell’acqua (che assorbe il 21% dell’energia del Sole) da cui si può ricavare l’energia idroelettrica, le correnti atmosferiche (che assorbono il 2,5% del totale e che ci forniscono energia eolica e parte delle correnti oceaniche) e la fotosintesi clorofilliana (che assorbe una quota minima, pari allo 0,06% dell’input solare) che sta alla base della catena alimentare e, quindi, della vita sulla Terra. Quel che non deriva dal Sole ci viene fornito dalle Maree, generate dalla combinazione dell’attrazione gravitazionale tra Terra e Luna e dalla rotazione del nostro satellite e dall’energia geotermica, immagazzinata al di sotto della crosta Terrestre durante la formazione del Pianeta e alimentata anche da reazioni nucleari che avvengono nelle profondità del sottosuolo.

Tante sono le fonti energetiche disponibili per l’uomo e rinnovabili nella scala umana del tempo, prelevabili dall’ambiente in maniera sostenibile, e cioé senza intaccare il patrimonio energetico per le generazioni future. Va da sé che non è l’energia da biomassa l’unica fonte rinnovabile per l’agricoltore a poter entrare nel bilancio dell’impresa agri-energetica; esistono quindi anche altre forme di energia rinnovabile da sfruttare sulla piccola scala dell’impresa agricola, e tra queste le più interessanti sono l’energia solare e l’energia eolica.

Per quanto riguarda la fonte energetica solare, ci troviamo di fronte, sostanzialmente, a due possibilità: solare termico, ossia la produzione di acqua calda tramite appositi pannelli che trasferiscono l’energia del sole al fluido circolante, e solare fotovoltaico, ossia la produzione di energia elettrica in maniera diretta in virtù dell’irraggiamento del sole.

Per quanto riguarda la risorsa vento, a differenza delle aree del Nord Europa, in Italia non ci troviamo in generale in condizioni particolarmente vantaggiose, fatto salvo alcune aree del Sud Italia (Sicilia e Puglia in primis) e la Sardegna, dove il vento è disponibile in tempi e modi che rendono sostanzialmente facile il rientro economico dell’investimento eolico. Ma l’esperienza ci insegna che impianti eolici, anche di piccola taglia, sono installati anche nel Nord Italia. Questo perché, nonostante l’Italia non sia un paradiso per l’eolico, esistono molteplici aree e situazioni dove il vento è in grado di garantire un ritorno economico soddisfacente, anche nel caso di impianti di piccola taglia.

L’agriturismo rappresenta un’importante forma di business legato alle attività dell’azienda agricola, capace, in alcune aree di pregio turistico, di contribuire in maniera non trascurabile al bilancio dell’azienda agricola stessa. In questo caso la sinergia tra l’attività agri-energetica e l’agriturismo può portare notevoli vantaggi economici e gestionali.

L’ospitalità alberghiera implica infatti standard di affidabilità energetica elevati, poiché non è ammissibile, se non in casi del tutto eccezionali, che si abbia interruzione della fornitura di riscaldamento, acqua calda sanitaria ed elettricità durante il soggiorno presso la struttura ricettiva. Questo anche per quanto riguarda i consumi, dove l’agriturismo necessita di quantitativi più elevati di modo da consentire la fornitura di un servizio adeguato all’aspettativa della clientela. Inoltre, in molti casi l’accoglienza turistica si sviluppa anche attraverso servizi ausiliari ad alto consumo energetico. Nelle campagne italiane, non è raro trovare, anche in strutture ricettive non al top dell’offerta, agriturismi con Piscina riscaldata, tipico esempio di servizio energivoro. In questi casi la combinazione tra la produzione di calore da biomassa e solare termico può risultare una scelta economicamente vincente e con una ricaduta positiva anche sull’immagine green dell’azienda agri-turistico-energetica.

L’impresa agri-energetica ha poi un’ulteriore possibilità di sbocco sul mercato: la chimica verde, che promette di rivoluzionare il mercato dei materiali di origine fossile quali le plastiche nel corso dei prossimi anni.

L’espressione “green chemistry” (ossia Chimica Verde) fu introdotta nel 1991 da Paul T. Anastas che, insieme a John C. Warner, sintetizzò come qui di seguito i quattro valori fondanti della Chimica Verde:

  • usare materie prime rinnovabili nei processi, per quanto possibile, sprecare meno e generare al tempo stesso meno sottoprodotti da smaltire;
  • impiego di sostanze chimiche sicure e “benigne” per l’ambiente;
  • messa a punto di processi efficienti dal punto di vista energetico;
  • la miglior forma di gestione dei reflui è quella in primo luogo di non produrli.

La chimica verde, per mezzo delle nuove “bioraffinerie”, affianca alla produzione di biocombustibili ed energia anche la sintesi di materiali di origine vegetali sostitutivi delle plastiche (bioplastiche) dei solventi (biosolventi) dei tensioattivi (tensioattivi vegetali) dei lubrificanti (biolubrificanti) e di una miriade di materiali compositi.

La chimica verde è quindi un mattone fondamentale di quella Economia Circolare, un sistema di organizzazione della produzione e dell’utilizzo dei prodotti in cui non esiste il termine “rifiuto” ma tutto ritorna prodotto di consumo all’interno di un circolo infinito, attraverso il riciclaggio ed il riuso.

Grazie alla collaborazione con l’Ordine degli Ingegneri di Asti, l’evento ha riconosciuto 4 CFP per gli Ingegneri partecipanti, iscritti all’Ordine.

Il relatore, Ing. Leonardo Nibbi, assegnista di Ricerca presso il CREAR (Centro di Ricerca per le Energie Rinnovabili) dell’Università di Firenze, ha iniziato la sua attività nel campo delle rinnovabili nel 1999, inizialmente nell’ambito della logistica della filiera biomassa energia, ampliandola poi nel corso degli anni a tutte le problematiche relative alla biomassa (stima della produttività, tecnologie di conversione, sostenibilità etc.), al micro/mini eolico (valutazione del potenziale eolico e micrositing di wind farm) ed alla integrazione delle diverse fonti rinnovabili. Ha ultimamente contribuito alla voce “Bioenergy: Role in Balancing the Electricity Grid and as Energy Storage” all’interno della “Encyclopedia of Sustainability Science and Technology” pubblicata da Springer.

Livio Olivero

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