01 – Storia di un anziano e di un computer: l’inizio

80anni. Il volto consumato dal sole della campagna. Fiero. Orgoglioso e non domo. “Beh, insomma, ho visto lì fuori il cartello.. Ma dice che lo posso anch’io usare il computer? Io sono sempre andato in campagna, non so neanche come sia fatto un computer”

Ero al front office, dietro il bancone. Mi si presenta Pierino, nome di fantasia, ma nella mia memoria ben reale e presente. (1)

Non c’è Valentina, di solito fa lei, mentre io sono di là, coi soliti problemi contabili, didattici, psicologici, di personale, burocratici e…. Mai nulla che abbia a che fare con le persone, quelle in carne e ossa, non quelle delle statistiche, che fanno numeri e sommatorie, grafici e diagrammi, devianze e tendenze. Io faccio il Direttore della Agenzia Formativa CampusLab, e come spesso accade, della formazione va a finire che vedo tutto da distante. 
Lì davanti a me c’è Pierino, e un computer che io uso tutto il giorno e lui non sa neanche come accendere, non parliamo di andare su internet.
“Eh sì, ho chiesto a mio figlio e pure a mio nipote, ma niente, o non hanno tempo o mi dicono prova”
Ha negli occhi uno sguardo misto di speranza, paura e voglia di riscatto. 
Noi ce l’abbiamo i corsi, ma in questo momento il docente che insegnava informatica se n’è andato, dopo averci rubato tutti i computer e avere finto un furto in casa sua.

Abbiamo già un po’ di iscrizioni, ma la selezione del docente non sta andando bene.
Ingegneri con la puzza sotto al naso, tecnologici fino all’ultimo poro, ma incapaci di spiegare come funziona internet, senza usare nelle prime 10 parole termini come browser, rete, ADSL, router, link, sito.
Diplomati reinventati alla docenza, che al colloquio si dimenticano i congiuntivi e la grammatica di base. Oddio, non che il docente precedente ci azzeccasse tanto!
Laureati in lettere che non trovano lavoro, ma sanno usare un po’ il pc e autocertificano conoscenze ottime su word, perché ci hanno scritto la tesi, ma non sanno distinguere uno stile da una formattazione e non hanno mai fatto una stampa unione.
E lì davanti c’è Pierino.
“Ma il computer lo devo portare da casa? Perché, sa, io non ce l’ho”
No no, Pierino, i computer sono tutti qui, nell’aula informatica, con il videoproiettore e un telo così grande che ci puoi vedere anche tu che ti lamenti degli occhi e che una volta con la fleccia (la fionda in piemontese) centravi un merlo a 20 metri sugli alberi.
Non posso mica mollarti proprio ora. Io non ho mai insegnato, ma ho visto tanti docenti farlo, soprattutto ho visto cosa piaceva ai discenti che venivano: semplicità, chiarezza e quella cosa che è “non fare mai sentire nessuno stupido perché non capisce”.
Allora Pierino, facciamo così. Tu vieni alla prima lezione e non ti preoccupare di nient’altro. Porta solo la voglia che hai dentro di fare vedere al mondo e ai tuoi figli che tu vali, eccome se vali. E se da giovane sapevi guidare le mucche ad arare, non sarà un computer inventato da qualche ingegnere, che crede che le mele nascano nelle cassette, che ti può fermare. 
vuoi continuare a leggere la storia ?

(1) n.d.a.: Tutti i fatti e i personaggi del presente racconto sono frutto della nostra fantasia. Essi sono la summa di quanto abbiamo vissuto e conosciuto in Agenzia. Lo stesso personaggio è la summa di più persone realmente esistenti e reciprocamente più personaggi sono la summa di una sola persona. Insomma, una fantasia ben radicato nella realtà

Livio Olivero

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